martedì 7 luglio 2020

dove osano gli aironi

TAPPA 10 - Da Santhià a Vercelli 28 km
Gli aironi si spostano proprio all’ultimo. Aspettano che arriviamo vicini, poi si alzano in volo tutti insieme. Sorvolano i sentieri, i campi, i canali. Sulla tappa di oggi ce n’erano tantissimi. Siamo alla fine del tratto piemontese della Via Francigena ed il paesaggio è di nuovo cambiato: intorno a Vercelli le campagne sono quasi tutte coltivate a riso. Le foglie emergono dall’acqua brillando di verde. Il percorso è uno sterrato molto facile, dove il passeggino scivola senza problemi. L’unica difficoltà potrebbe essere data dal caldo (i punti d’appoggio sono pochi e bisogna far attenzione a non rimanere senz’acqua), ma oggi la giornata è velata di nubi e c’è un bel venticello. Possiamo davvero rilassarci. Usciamo da Santhià passando sopra la linea ferroviaria. Mi affiancano le mie figlie. La Media trova un quadrifoglio dietro l’altro: è davvero una giornata fortunata. «Mamma - mi chiede ad un certo punto - scoprire un quadrifoglio è una questione di occhio o di fortuna?». Ci penso un attimo. Non ricordo di aver mai trovato un quadrifoglio in vita mia. «Credo più di occhio - rispondo - certamente esiste anche il caso, che possiamo chiamare fortuna, ma il caso non ci porta da nessuna parte se non sappiamo cogliere le occasioni». La risposta la soddisfa. Il Papà ci segue a poca distanza con il passeggino. Quando le sue sorelle erano piccole, sul Cammino di Santiago, al mattino le spostavo a forza di braccia dal letto al passeggino. Loro continuavano a dormire fino a tardi, ben protette dalle loro carrozze e conservando le energie. Mi pareva un’ottima strategia e sto provando ad applicarla anche col Piccolo, ma lui non ne vuol sapere. Quando al mattino sente che ci muoviamo, si sveglia immediatamente anche lui. Rimane arzillo e contento i primi 5 minuti e poi sfodera uno stupefacente campionario di capricci da stanchezza, che per una volta sono ben contenta di lasciare alla gestione del Papà. Ci sfila accanto un treno. Ci fermiamo a mangiare qualche albicocca sotto un viadotto: l’ombra uniforme e fredda che il Papà preferisce. Riprendiamo e vado di nuovo qualche passo avanti, insieme alle ragazze. Altro argomento del giorno è il matrimonio a cui saremo invitati presto. La Grande e la Media hanno entrambe l’ambizione di diventare damigelle d’onore (ma il parentado è numeroso, avranno concorrenza) e concordano sul fatto che gli abiti da cerimonia maschili sono decisamente più belli di quelli femminili. Non sono affatto d’accordo, ma prometto ad entrambe che potranno sfoggiare un tailleur pantalone, a imitazione dello smoking che vorrebbero assolutamente. Intorno a noi scorrono i canali d’irrigazione. Ne attraversiamo alcuni su ponti in cemento, lambiti dall’acqua. In un campo incrociamo un gruppo di mondine, intente a strappare le erbacce dal riso. Un lavoro evidentemente faticosissimo, che pensavo rimanesse solo nelle canzoni popolari. Incontriamo un pellegrino belga. Non sembra per niente convinto quando gli raccontiamo che il nostro obiettivo è arrivare a Roma, ma ci chiede di scattare una fotografia. A Vercelli troviamo ospitalità pellegrina: di questi tempi è una preziosa rarità. Il Covid, con relative procedure di sanificazione, scoraggia molte associazioni no-profit. Quest’anno è molto difficile trovare un’accoglienza semplice ed economica. È un peccato, perché era una caratteristica preziosa del viaggio a piedi. Oggi però riusciamo ad andare in ostello. Letto in camerata, bagno in fondo al corridoio e cena comunitaria. Poco prima, entrando in città, il Papà spiegava alla Grande e alla Piccola l’importanza di alcune rivendicazioni delle mondine in favore di un lavoro più umano. E siccome una delle nostre passioni è il canto, sugli ultimi passi proviamo ad intonare (o a stonare) un ritornello: «Se otto ore son troppo poche, provate voi a lavorar… e proverete la differenza fra lavorare e comandar». 

2 commenti:

  1. che bella TROUPE unita e solidale.La fortuna aiuta gli audaci,recita un vecchio proverbio,è proprio vero! Forza e Coraggio,Roma è sempre più vicina!Mam

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