venerdì 24 luglio 2020

l'occhio del ciclone

TAPPA 27 - Da Sarzana a Massa 29 km
Eppure non ci siamo bagnati. Oggi, su una tappa lunghissima, abbiamo preso due bombe d’acqua.  La prima volta eravamo in cima ad una collina. Strada sterrata, niente intorno, nessuno in circolazione. Già mi vedevo travolta dalla grandine insieme a tutto il gruppo, figli passeggino e giocattoli vari. Già mi mangiavo le mani per non aver deviato sulla strada statale, piena di bar e ripari di ogni genere, invece di trascinare tutta la famiglia su un sentiero isolato verso la collina. Ma proprio in quel momento ci siamo sentiti chiamare: «Riparatevi!». La voce - a chiamarci era una ignee di mezza età - proveniva da una costruzione che non avevamo notato. Era in realtà la cascina di un club privato. Siamo entrati, ci siamo seduti ad un tavolo, abbiamo potuto mangiare i nostri panini. I bambini guardavano il tornado dalla finestra, ma non ci siamo bagnati nemmeno le scarpe. 
La seconda volta, in ingresso a Massa, abbiamo sentito di nuovo le gocce. Passavamo davanti alla Pieve di San Vitale, in quel momento. La porta era aperta. Siamo entrati, ci siamo seduti ai banchi, abbiamo aspettato. I bambini hanno finito un pacchetto di biscotti per merenda (mangia con intensità, la Famiglia in cammino). Ancora una volta non ci siamo bagnati nemmeno le scarpe. Giornata fortunata (il cielo nuvoloso, tra l’altro, rende più facile camminare), se non fosse che tra i due temporali c’è stata l’ennesima foratura di una gomma. Per cambiarla abbiamo impiegato circa un’ora. Abbiamo le valvole delle camere d’aria tutte diverse, la pompa non si adatta bene a nessuna, gli adattatori qualche volta non entrano. Ce l’abbiamo fatta alla fine, ma la prima preoccupazione a Massa è stata cercare un meccanico di biciclette. Di nuovo. 
Solo dopo abbiamo raggiunto l’ostello, in un palazzo storico del centro (e ad un prezzo folle, a dire il vero). Il centro cittadino è pieno di marmo bianco e alberi di arance. Un colpo d’occhio bianco e rosso. Il Piccolo calcia i frutti caduti per terra, calpesta e strizza quelli già rotti. Altri bambini, intorno a lui, fanno lo stesso. Un gioco così non l’avevamo ancora sperimentato. 

2 commenti:

  1. Non è fortuna. È così e basta. È l'audacia che ha la famiglia intera.

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  2. la Provvidenza(Divina per me)esiste e ,per chi non se ne fosse ancora accorto,vi aiuta sempre,in ogni occasione! Se qualcuno si ostinasse ancora a pensarlo:NON E' FORTUNA!!!!IO non la chiamo così.Mam

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