sabato 4 luglio 2020

topie e zanzare

TAPPA 7 - Da Pont-Saint-Martin a Ivrea 25 km 
Il regalo di oggi è stato il dondolo, proprio nel giardino dell’ostello. Ad Ivrea la struttura si trova in centro, magnificamente aggettante sul fiume. Solo un inconveniente: i bambini sono stati divorati in pochi secondi dalle zanzare, che qui evidentemente abbondano. Ma il gioco valeva la candela: punture o no, poter sfruttare un piccolo parco mentre io lavavo i vestiti e sistemavo il bagaglio è stata una gioia senza prezzo. Spero che l’assalto delle simpatiche bestiole non si protragga anche durante la notte. La vicinanza del corso d’acqua non depone a nostro favore, ma siamo stati bene attenti a tener chiuse porte e finestre della camerata, in cui peraltro alloggiamo da soli: l’afflusso dei pellegrini quest’anno è inferiore rispetto al solito. La Media, che ha la pelle delicata, è già in versione Pimpa, bianca a pallini rossi. Le zanzare hanno decisamente banchettato. All’inizio non mi ero data per vinta. Notando le prime punture, ho sfoderato il mio miglior piglio da madre organizzata accompagnandolo con l'offerta di un repellente in spray, che fino ad oggi avevamo portato sulla schiena senza usarlo mai. Ma la gioia è durata pochi secondi: queste fameliche zanzare piemontesi hanno continuato a nutrirsi, con buona pace del repellente. È l’unica nota di disappunto in una giornata perfetta. Abbiamo camminato molto bene su sentieri semplici, salvo qualche tratto roccioso. Nel primo pomeriggio siamo perfino riusciti a regalare ai bambini un tuffo nel lago Pistono, proprio sopra Ivrea, nelle vicinanze del castello di Montalto Dora, al modico prezzo di una deviazione di soli 3 chilometri. I costumi sono sempre a portata di mano, e alla fine basta attaccarli alle cinghie dello zaino per farli asciugare durante la marcia. Tappa di 25 chilometri anziché i 22 previsti. È il primo tratto in Piemonte. Attraversando il confine regionale è cambiato tutto. Le indicazioni per la Via Francigena somi marroni, non più gialle, e hanno una scritta molto più vistosa. I sentieri sassosi sono stati sostituti da piste attraverso le caratteristiche vigne sostenute da colonnine. Si chiamano “topie”, ho scoperto dopo, e servono ad immagazzinare il calore per rilasciarlo nei periodi più freddi, anche sui pendii ripidi dove spesso le vigne si trovano. Siamo curiosi di scoprire anche questa regione. Spero che la prima sorpresa non ce la facciano le zanzare stanotte.

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