domenica 26 luglio 2020

regali della strada

TAPPA 29 - Da Camaiore a Lucca 24 km
Cambiare l'ennesima gomma, ieri sera, é stato più difficile del previsto. Siamo andati a letto troppo tardi. Ed era tardi anche questa mattina, quando siamo riusciti ad alzarci dal letto. Le sei erano passate, gli altri pellegrini già partiti. Tutti tranne uno. «Mi sono fermato per aspettarvi e salutarvi - ha detto sulla porta dell'ostello - da oggi avrò bisogno di allungare le tappe per concludere con qualche giorno di anticipo la Via». Arriverà a Roma una settimana prima di noi, e ci dispiace non vederlo più. Abbiamo condiviso biscotti e noci a bordo strada. Ci siamo riparati insieme quando ha grandinato. I nostri figli, parlando di lui e con lui, usano il diminutivo, come fosse uno zio. A lui é bastato qualche giorno per inquadrarli tutti: la Grande la più saggia (più saggia di tutti, genitori compresi, aggiungo io), la Media più vivace, il Piccolo un bel tipetto. Ci siamo scambiati i numeri di telefono con un filo di malinconia. Sono particolari, le amicizie del Cammino. Capita di preoccuparsi per gli altri (giorni fa, a Massa, quando c'é stato il temporale, i nostri compagni di viaggio chiedevano di noi). Capita addirittura di fare quel che sulla strada é più difficile: aspettare. Per questo, oggi, mentre armeggiavamo col carico intorno al passeggino per ora riavviato, vederci aspettati é stato un piccolo regalo. 
Un altro pellegrino non rivedremo più. Lo avevamo incontrato a Filetto. Ci aveva chiesto di scattare una foto insieme, noi figli e passeggino (a cui, guarda un po', in quel momento stavamo cambiando una gomma). Nei giorni scorsi una brutta storta aveva bloccato i suoi passi. Oggi rientra a casa. Per scelta camminava da solo, ma avevamo condiviso cena e chiacchiere fino a tardi, qualche giorno fa, immaginando insieme la scuola superiore della Grande e cantando in coro De André nella sala comune di un ostello. Si fraternizza rapidamente, quando si percorre la stessa strada. Ognuno ha una storia da raccontare. C'é chi rispetta un voto. Altri vogliono guardare dentro se stessi. A volte quelli sprovvisti di alte motivazioni ci sentiamo proprio noi. Penso a cosa potrei raccontare agli altri pellegrini, a come potrei definire il nostro cammino traballante, affidato a un passeggino precario. Forse dovrei spiegare il nostro progetto, «Italia ti amo», un abbraccio metaforico al Paese dopo il Covid. Forse parlarne di più renderebbe più interessante la nostra storia. Penso tutto questo e passo davanti al bar di Valpromaro, un borgo minuscolo dove un gruppo di volontari tiene coraggiosamente aperto un ostello. Al bar é esposto un cartello. Recita: «A Napoli c'é l'usanza del "caffè sospeso". Se quando entri al bar sei allegro, puoi pagare un caffè in più per offrirlo al prossimo cliente». Mi blocco per qualche secondo, poi lascio i soldi per un "caffè sospeso". In fin dei conti siamo per strada, il tempo é buono, il passeggino cammina e stiamo tutti bene. Perché non dovrei essere allegra? 
La sera ci accoglie Lucca. Vediamo la chiesa di San Michele, entriamo in Piazza Anfiteatro. Concludiamo il nostro giro al Duomo di San Martino. Ci arriviamo con le ultime luci della sera. Il marmo della facciata scintilla. Sulla piazza, un tenore e un soprano si alternano sulle note della Boheme di Puccini. È una prova generale, ma l’emozione è pazzesca. Siamo qui. C’è il Duomo bianco. C’è il canto. Un altro regalo della Via. 

3 commenti:

  1. Regali meritati, non allegri ma felici

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  2. Regali meritati, non allegri ma felici

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  3. E' bello "fraternizzare" con UMANI sconosciuti.Incoraggia e fa molto bene allo spirito,ci si sente meno soli ..al MONDO.Mam

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