lunedì 27 luglio 2020

mi mandi una cartolina

TAPPA 30 - Da Lucca a Galleno 25 km
«L’anno prossimo facciamo la Via Romea? Sarebbe bello partire a piedi da casa… ». La Media é già preda del Cammino: da giorni manifesta chiari segni della tipica smania che cattura molti pellegrini. Noi stessi l'abbiamo sperimentata qualche anno fa, andando verso Santiago. Prima abbiamo deciso di allungare fino a Finisterre. Poi non ci siamo più fermati. Ieri sera, di fronte ad un'abbondante cena preparata dal Papà, fantasticavamo insieme sul prossimo viaggio. Il Cammino di San Francesco, quello di San Benedetto. Per il momento andiamo avanti su questa strada. L'anno prossimo, indipendentemente da cosa sceglieremo (la Grande é più sul coast to coast appenninico), vorrei solo che non ci fosse lo stress delle prenotazioni. Nell'anno del Covid tante accoglienze pellegrine, soprattutto religiose, sono chiuse. Quelle aperte rispettano i protocolli e quindi hanno obbligo di prenotazione e riducono i posti. Per collocare utilmente la famiglia devo quindi telefonare per tempo, accertarmi che l'accoglienza ci sia, incrociare le dita perché abbiano posto per tutti, spesso chiamare di nuovo per conferma. Se l'accoglienza pellegrina non c'é (o se é al completo: ci é capitato di essere battuti sul tempo da gruppi di scout) mi muovo su strutture private. Questa é la parte peggiore: i posti sono comunque pochi, e i gestori hanno capito perfettamente il business. Capita che chiedano 120 euro per una notte in una camera tripla senza colazione. Viaggiando a piedi spesso non ci sono alternative: una deviazione di due chilometri andata e ritorno, che in macchina o in bici è niente, a piedi semplicemente non si può fare. I privati hanno capito benissimo anche questo, e chi sta sul percorso della Francigena coglie l’opportunità. La parte peggiore è che devo ovviamente trovare una sistemazione diversa al giorno, e il lavoro si moltiplica. Confronto i prezzi: spesso può convenire l’affitto di un appartamento, invece di un ostello. Gli ostelli comunali fanno implacabilmente pagare a posto letto (da moltiplicare per 5) e l’uso cucina è interdetto nella maggior parte dei casi, sempre per le misure anti-Covid. In appartamento, invece, infilo tutti nell’alloggio, cucino un’economica pasta e cerco di far quadrare i conti. Purtroppo quest’anno la Via è costosa, e anche vagamente stressante: non tanto per le salite e i sassi, quanto perché ad ogni sosta mi devo trasformare in un centralino. Chiamo, chiedo preventivi, faccio proiezioni, contratto sul menu della cena. Consapevole del fatto che nessun albergo potrà mai sostituire l’atmosfera pellegrina di una cena comunitaria in semplicità: è questo, in fin dei conti, che continuiamo a cercare. Dovrebbe andarci bene domani, a San Miniato, dove sono ansiosi di conoscere i nostri bambini: al telefono ce l’hanno detto più volte. Intanto stasera siamo in appartamento. Sull’ultima salita mi domandavo come fare a mettere insieme una cena per i bambini. In giornata non siamo riusciti a fermarci in nessun negozio di alimentari. Mentre riflettevo sulla possibilità di un take away mi è comparso davanti un panificio di paese, con annesso piccolo angolo alimentari. C’erano gli ingredienti per un pasto: pane, mozzarella, uova. La signora al banco mi ha chiesto: «Ma siete sul pellegrinaggio? Tutta la famiglia?». Poi mi ha riempito le borse. Ha battuto lo scontrino per una cifra ridicola. L’ho guardata interdetta, pensando ad un errore. Invece mi ha strizzato l’occhio: «Pane e acqua ai pellegrini si regalano. E anche sul resto le ho dato una mano. Mi mandi una cartolina, quando arriva a Roma. È stato un piacere conoscere lei e i suoi bambini: la vostra è una bella storia». 

3 commenti:

  1. io, pur di parlare con una famiglia come la vostra, vi avrei offerto anche il dolce!

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  2. la vostra, è una bella famiglia non una bella storia.forrza! mam

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  3. Vi sto seguendo dall'inizio,prima di partire per il lavoro e sperando di partire presto in cammino...ultreia! State facendo un meraviglioso regalo ai vostri figli!

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