giovedì 2 luglio 2020

questa sì che è vita

TAPPA 5 - Da Châtillon a Verrés 19 km 
Non so quale autostrada avessimo in mente quando abbiamo deciso di percorrere la Via Francigena. Ma oggi ci siamo resi conto ben bene del fatto che col passeggino non è per niente semplice. I bambini hanno provato tutti, ma proprio tutti, i dolori e le gioie del Cammino. Si sono trascinati sotto il sole su sentieri interminabili. Ma si sono anche infilati, vestiti com’erano, sotto una cascata di acqua gelida. Hanno mangiato tramezzini a bordo strada, ma la sera hanno recuperato con piatti abbondantissimi. Nonostante il chilometraggio inferiore, il percorso è stato più difficile di quello di ieri. E dire che fino a metà eravamo andati benissimo. Siamo saliti di prima mattina sopra Châtillon. Abbiamo trottato fino a Saint-Vincent. Ci siamo immessi sull’antica strada romana, lambita dai vigneti e aggettante sulla valle, solcata dalla Dora Baltea. A proposito, mi fa una certa impressione constatare che la Dora Baltea esiste veramente. Non me ne occupavo da quando avevo otto anni. Alzi la mano chi a scuola elementare non è stato tormentato con la lista degli affluenti del Po, rigorosamente a memoria. Divenuti certi, quindi, dell’esistenza della Dora Baltea anche al di fuori dell’elenco del maestro, siamo arrivati rapidamente alla chiesa di Montjovet, e da lì è iniziato un tratto davvero difficile, per la pendenza e per il terreno. Al termine della prima salita, che sembrava non finire mai, solo il Piccolo aveva ancora forze per alzarsi a raccogliere fichi acerbi. Ma dove trovi tutta questa energia? Gli ho chiesto boccheggiando, mentre preparavo l’integratore al magnesio in dosi massicce per tutta la famiglia. Dalla mia scuola! ha riposto lui, mettendosi di nuovo a correre. Ha recentemente scoperto l’espressione Questa sì che è vita! e oggi l’ha usata in più di un’occasione: quando ha finalmente trovato un ramo che secondo lui ricordava la spada di Orlando. Quando ha messo la testa nella vasca di una fontana. Quando siamo arrivati nel piccolo appartamento che abbiamo affittato per una notte (avevamo promesso di cucinare pasta al pomodoro e così è stato). Su tappe così impegnative a me e al Papà vengono mille dubbi: in nessun caso vogliamo che la fatica dei nostri figli superi il divertimento. Eppure ci sembrano sereni, nonostante gli sforzi, il caldo, il peso dello zaino. Oggi il momento più bello è stato l'ingresso a Verrés. A fianco della pista pedonale il Papà ha trovato un cespuglio di rose inselvatichite. Ne ha raccolte alcune e le ha date alle sue donne. Lo aveva fatto anche anni fa, sulla Via de la Plata. Ma all’epoca non mi ero messa a piangere. 

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